Dove si nascondono le lacrime by Marzia Sicignano

Dove si nascondono le lacrime by Marzia Sicignano

autore:Marzia Sicignano [Sicignano, Marzia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-02-26T12:00:00+00:00


«La nonna si è preoccupata per te, parecchio» ha detto Samu, mentre ce ne stavamo sul terrazzo e io riuscivo a pensare solo a Siria che dormiva nella sua stanza.

«Per il viaggio di notte?»

«No, no. Intendo quest’anno. L’hai chiamata pochissimo.»

«Non è vero. L’ho chiamata tutte le settimane.»

«Cinque minuti e poi mettevi giù.»

«Avevo da fare, Samu.»

Mi ha guardato di sfuggita, poi si è messo a cercare l’accendino nella tasca dei jeans.

«Insomma, che ti succede?»

«Ma di che parli?» ho detto, con un nodo alla gola che non mi faceva respirare. Quando la paranoia arrivava non riuscivo a dormire. Passavo la notte sveglia a fissare il muro e a convincere me stessa che no, non poteva saperlo. Che no, che Siria non gli stava raccontando tutto mentre io ero a Roma, nel mio letto, a chiedermi quando il mondo mi sarebbe crollato addosso. Era impossibile. E anche adesso mi sentivo così: solo poche ore prima mi aveva stretto in un abbraccio fortissimo, era impossibile che lo sapesse. Ma niente lo era. Sì, che era impossibile. No, niente, non c’era niente d’impossibile.

«Sei diversa. Anche adesso, sembra che stai tremando. Andiamo, Chiara, che cos’hai?»

È che sono cresciuta, Samu. Ti svegli un giorno e non sei più bambina e nemmeno un’adolescente con la vita dentro agli occhi. Ti svegli un giorno e sai che la vita è crudele, complessa come la matematica, lo sai e basta e non puoi più farci niente.

«Non ho niente. Sono solo stanca.»

«Brutti voti a scuola. Tua madre che chiama la nonna. Sottolineo: tua madre che chiama la nonna, per dirle che stai notti intere fuori casa. Dove diavolo dormi?»

«Mi sento un cappio al collo. Sei pronto pure tu per la predica?»

«Non è una predica. Voglio sapere dove diavolo dormi, ce lo chiediamo tutti quanti.»

«Dovresti saperlo. Dalle ragazze, dormo.»

«Quindi ora hai una ragazza?»

«Ne ho tante.»

«Ti prego, non metterti a parlare come un playboy incallito» ha detto, senza nessuna ironia. Non riuscivo a capire se fosse seccato o preoccupato, o entrambe le cose. «Chiara, questa cosa la odio.»

«Cosa? Cos’è che odi?»

«Dio, tu che non mi parli.»

«Sono appena arrivata.»

«Ecco, sembra che tu sia ancora a Roma.»

«Oh, credimi, sono qui. Sono assolutamente qui.»

«E nemmeno volevi venirci.»

«Tu che ne sai?»

«Ho sentito la nonna parlarne al telefono con tua madre. Sai quanto mi hai ferito?»

«Smettila. Non aveva a che fare con te.»

«Ci vediamo una volta all’anno. Sai quanto bisogno ho di te. Lo sai, lo sanno tutti. E non volevi venire qui? Il che significa che non volevi venire da me. Cos’è, non volevi lasciare le tue ragazze? Visto che nemmeno dormi più a casa tua, forse sono più importanti di me. Sono tutto il tuo mondo, è così?»

«Non ti capisco. Non capisco che cosa c’entra.»

«Che cosa non capisci, Chiara? Ho passato un anno di merda e tutto quello che volevo era parlartene, o parlare di niente. Stare zitto con te.

«È stato terribile, quest’anno, c’erano mostri dappertutto, per strada, sotto al letto, ricordi e incubi e paure in ogni angolo della casa, delle strade. La mia vita era infestata dalla mia stessa miseria.



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